L’Arciconfraternita della SS. Annunziata di Piano di Sorrento

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Le processioni della Settimana Santa a Piano di Sorrento, cominciano, come del resto negli altri comuni della penisola, il Giovedì Santo e, ad organizzare questa prima sacra manifestazione di visita ai Sepolcri, è l’ Arciconfraternita della SS. Annunziata che ha sede, sulla via dell’ asilo, nella parte posteriore alla Basilica di S. Michele (proprio alcuni giorni fa restaurata dopo i danni del terremoto).

Essa è stata fondata nel 1608 da un certo Jacopo Agnello Pollio della Compagnia di Gesù, come appare dai documenti esistenti nella stessa Congregazione, ed il cui statuto ricevette l’assenso regio il 30 maggio 1753.

Dal libretto «per gli ascritti», edito nel 1859, si rilevano gli scopi e le «obbligazioni» dei confratelli in:

1°) Confessarsi, e comunicarsi ogni prima domenica di mese, ed in tutte le feste della SS. Vergine, e del Signore.
2°) Associare i cadaveri degli ascritti nelle Esequie, ed intervenire alle altre funzioni a richiesta del Priore.
3°) Pagare ogni mese una cinquina, ossia carlini tre annualmente sino alla somma richiesta di ducati 12,50 o pure in una sola volta in vita ducati 9,00 dentro la Parrocchia, o ducati 12,50 fuori la Parrocchia in vita.

A fronte di queste partecipazioni si godeva di esequie, sepoltura, messe e suffragi vari.

Con le nuove regole molti di questi obblighi sono cambiati, pur essendo rimasti, quasi inalterati, gli scopi iniziali e fondamentali.

Questa Congregazione fu aggregata all’Arciconfraternita del Gonfalone eretta sotto il titolo della SS. Vergine Annunziata nella Chiesa di Santa Lucia in Roma con decreto del Papa Benedetto XIII il 19 febbraio 1723 con tutti i privilegi connessi.

Ritenendo necessaria una maggiore presentazione nel popolo dello spirito della Confraternita, attraverso le sue manifestazioni, da alcuni anni, si organizza una mostra dei simboli della Passione con l’indicazione delle frasi del Vangelo ad essi riferite. Così si opera quella operazione di «restauro» nella convinzione che un rinnovo nei tempi delle vecchie tradizioni «può espletarsi al meglio solo se alla base di chi la compie c’è la consapevolezza di quelle che si sta facendo. Per tali motivi si sono identificati negli studenti elementari e medi i più importanti visitatori che vengono guidati alla mostra con supporti di natura religiosa e storica.

In tal modo la processione si rivela essere un racconto della Passione attraverso quei simboli che insieme a Gesù ne furono protagonisti!».

La processione parte dalla Confraternita, subito dopo la fine della messa in «Coena Domini» e viene aperta da dodici lampioni argentati; seguono i tamburi come segnale del sopraggiungere del corteo e una grande vela azzurra a sei fiocchi con al centro una riproduzione dell’ Annunziazione. Alle spalle della vela cominciano a scorrere le immagini dell’ultima cena rappresentate dal pane e dal vino, dal bacile e dalla tovaglia della lavanda dei piedi, per poi continuare con il tradimento, l’arresto, l’interrogatorio, la tortura di Gesù ed infine la morte e la deposizione dalla Croce. Sono tutti quadri composti da simboli ed incappucciati vestiti di bianco (alcuni recanti mozzetti azzurri bordati in oro).

Oltre al tradizionale coro del «Miserere», da qualche anno, anche in questa processione, è stato inserito un nuovo complesso corale femminile (numeroso quanto il primo) che canta il salmo «Parce Domine».

Il corteo che reca all’inizio dei simboli («misteri») il Vangelo «quale fonte diretta di ciò che viene rappresentato», percorre le principali vie di Piano di Sorrento, (cambiando ogni anno percorso) e visita «un numero dispari di Sepolcri» chiudendo in segno di omaggio con la visita a quello allestito nella Basilica Parrocchiale di S. Michele.

La popolazione inizia la sua «peregrinatio» di meditazione e penitenza che si concluderà il giorno successivo con quella del Cristo Morto.

Tratto – per gentile concessione ed autorizzazione dell’autore – da “Le Processioni della Settimana Santa in Penisola Sorrentina” di Nino Cuomo con illustrazioni di Bruno Balsamo.

Il libro – ormai introvabile – è stato pubblicato nel mese di marzo del 1986 per conto dell’ Associazione Studi Storci Sorrentini dalla Società Editrice Napoletana presso “La Buona Stampa S.p.a” di Ercolano.

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