Monte di San Costanzo

0
1818

(AGO PRESS) Con il suo aspetto roccioso e quasi privo di vegetazione, il Monte san Costanzo, dalla caratteristica forma conica, rappresenta la collina più alta (m. 495) del sistema orografico del Comune di Massa Lubrense.

Storia e fede popolare si intrecciano intorno all’altura, da cui si gode un magnifico panorama sulle colline circostanti, popolate dai numerosi casali lubrensi, sui Monti Lattari, il Vesuvio e il Golfo di Salerno.

Fino al XV secolo il monte era detto Canutario, in quanto l’intera cima, composta da roccia calcarea affiorante, lo rendeva simile ad un vecchio canuto.

La denominazione attuale si deve alla costruzione sulla sua vetta di una cappella dedicata a San Costanzo, vescovo e protettore dell’Isola di Capri, eretta intorno al 1560 dalle famiglie Vespoli, Amitrano e Starace.

La cappella, raggiungibile attraverso dei gradoni in pietra , residui di una antica via lastricata, che alcuni storici fanno risalire alla presenza dei Greci lungo le coste di Massa Lubrense, è ancora oggi oggetto di culto da parte degli abitanti di Termini, il centro collinare che sorge alle falde del Monte San Costanzo.

Il 14 maggio, festa liturgica di San Costanzo, la statua del Vescovo di Capri viene portata a spalla dalla Chiesa Parrocchiale di Termini fino alla cappellina posta in cima alla collina. Nel mese di luglio, una solenne processione, a cui partecipano numerose confraternite laicali, riporta il Santo alla sua primitiva sede, tra le note della banda musicale e l’accensione di spettacolari fuochi pirotecnici.

Sulle origini di questa singolare tradizione, vera prova di forza per gli abitanti di Termini, vi sono diverse ipotesi. Una leggenda popolare vuole che gli abitanti di Massa Centro “contendessero” il culto di San Costanzo ai Terminesi. Quest’ultimi per difendere il loro celeste patrono gli eressero in un luogo impervio, non facilmente raggiungibile, un piccolo santuario.

Ovviamente la leggenda non trova alcun fondamento storico, ma numerosi studi hanno condotto a credere che sulla vetta del Monte San Costanzo, lì dove sorge la cappellina, fosse stato eretto un tempio pagano, a cui si recavano in processione gli abitanti della Penisola Sorrentina.

Monte San Costanzo, oltre ad essere un sito ricco di valenze naturalistiche e memorie storiche, rappresenta un vero e proprio parco geologico.

La roccia calcarea, che ricopre interamente il dosso collinare, è particolarmente idonea, per la sua naturale compattezza, alla conservazione di alcune specie di fossili, soprattutto ammoniti, che hanno apportato un contributo notevole alla “teoria dell’evoluzione”.

Tra i principali depositi di fossili presenti nell’Italia Meridionale, gli esperti annoverano proprio il Monte San Costanzo; a testimoniare questa ricchezza nascosta i numerosi resti di piante ed altri organismi vegetali rinvenuti, nei decenni scorsi, sui fianchi dell’amena collina.

Marco Mantegna.