Palazzo Veniero

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Lungo via Pietà – che una volta era il decumano superiore di Sorrento – si trova uno delle più antiche costruzioni sorrentine ancora visibili. Costruito tra il XII ed il XIII secolo, il Palazzo Veniero di Sorrento presenta tracce di gusto tardo-bizantino e arabo

Il Palazzo Veniero che si trova lungo Via Pietà a Sorrento (una parallela di Corso Italia) è da considerare tra gli esempi architettonici più antichi che si possono ammirare a Sorrento.

La sua costruzione risale, infatti, al XII – XIII secolo.

Edificato lungo quello che, all’ epoca, era considerato come il decumano superiore di Sorrento, il Palazzo presenta notevoli elementi degni d’ attenzione.

Proprio il Palazzo Veniero a Sorrento, infatti, è uscito indenne dalle trasformazioni che nel 1886 hanno alterato l’ antico tessuto urbanistico di Sorrento.

Esso è ricco di preziosi esempi di edilizia civile sorrentina. Nonostante l’attuale stato di abbandono e le modifiche subite, il Palazzo Veniero di Sorrento, costituisce con l’organico sviluppo del motivo decorativo “tufo giallo-tufo grigio”, una testimonianza importante del gusto tardo-bizantino e arabo. Ed è proprio questo particolare che permette di stimare la costruzione dell’ opera al XII-XIII secolo: un periodo in cui tali elementi stilistici trovano ampia diffusione nell’architettura religiosa e civile del Mezzogiorno.

Il portale dell’ antico palazzo sorrentino è a tutto sesto ed è in blocchi di pietra. Esso poggia su bassi piedritti che sostengono l’arco, ma ciò che è degno di nota è l’unitarietà compositiva della facciata, raggiunta attraverso la tecnica della tarsia muraria (quasi a voler anticipare quella che poi è divenuta la tecnica che ha ispirato l’ intarsio del legno sorrentino) e basata sull’alternarsi dei colori dei materiali lapidei, che danno vita a configurazioni decorative geometriche. Questa alterata in parte dalla murazione delle finestre, presenta tre aperture ad arco per ogni piano, delimitate da ampie fasce in tufo giallo e grigio. Nel progetto della facciata inoltre, rientrano dei tondi con il centro a forma di stella o di rosone in miniatura e nel cui incavo anticamente c’erano “patere” di maiolica a forma di scodella, comunemente dette ispano-arabe; oggi solo una di esse presenta questo particolare. Purtroppo però, la facciata è stata deturpata nel secondo ordine da un cattivo restauro, frutto dell’inserimento di una putrella di ferro sistemata – dopo il terremoto che nel 1980 ha arrecato danni anche a Sorrento – su una delle arcate policrome del palazzo.

Entrando, il vestibolo è costituito dal cortile semicoperto, di forma quadrangolare, con volte a botte sorretta da semipilastri in piperno. Sul lato destro, mediante alcune scale, anch’esse in piperno, si giunge ad un ballatoio coperto a botte e grazie al quale si accede ai locali. Proseguendo tramite altre due rampe di scale, si giunge ai piani superiori, che a differenza del piano nobile, presentano ballatoi scoperti. L’interno dell’ antichissimo palazzo di Sorrento, nel suo insieme, non presenta quell’attuale stato di abbandono che invece è riscontrabile nella facciata e viste le esigenze abitative, fu soggetto a vari accorgimenti estetici.

Spunti rielaborati da Fabrizio Guastafierro dalla tesi di laurea in storia dell’architettura (eta’ contemporanea) su “L’edilizia civile a Sorrento” discussa da Paolo Ziino nell’ anno accademico 2004-2005 al termine del corso di laurea in Conservazione dei Beni Culturali seguito presso la Facolta’ di Lettere dell’ Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli.