La processione della Confraternita del SS. Cuore di Maria e di S. Giuseppe a Sant’Agnello

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S. Agnello ha varie glorie in campo religioso: fra queste una delle più prestigiose, a testimonianza di una fede e di una devozione non comuni, è il Santuario di S. Giuseppe che ospita la Confraternita del SS.Cuore di Maria e di S. Giuseppe (dai santanellesi chiamata dei «Giuseppini»).

Prima di arrivare alla descrizione della processione del Giovedì Santo è il caso di illustrare, anche se brevissimamente, la storia della Confraternita e della Chiesa.

È vero che l’atto iniziale che diede i natali alla confraternita è datato 24 aprile 1887 ed è firmato dal grande Arcivescovo di Sorrento, mons. Giuseppe Giustiniani (lo stesso che, oltre ad altre iniziative religiose e sociali, fondò e dotò l’Ospizio – oggi Casa di riposo – di S. Antonio a Sorrento), ma a questo lieto evento si giunse dopo un’ intensa attività.

Nel 1873 mons. Pietro Paturzo fondava una «Congrega di spirito» con sede nella Cappella di S. Martino (sempre a S. Agnello), che il 17 novembre 1878 l’ Arcivescovo dell’ epoca, mons. Leopoldo Ruggiero, consacrò con l’ approvazione dello Statuto (redatto da Padre Bonaventura Gargiulo – cappuccino, divenuto poi vescovo di S. Severo – al quale molto si deve per la storia e la religione di Sorrento).

Purtroppo la suddetta Congrega cessava di esistere nel 1884, senza, però, smorzare la fede e la devozione dei confratelli, i quali, continuando a riunirsi, diedero vita alla nuova – attuale – Confraternita.

La vecchia Cappella di S. Martino appariva sempre più angusta allo sviluppo del pio sodalizio ed alla frequenza dei confratelli, onde nacque l’idea di edificare un nuovo tempio da dedicare a S. Giuseppe.

Dal 1897(allorché con delibera della fratellanza del 24 gennaio si decise l’iniziativa) si giunse, dopo trattative per l’acquisto del suolo, redazione ed approvazione del progetto, appalto dell’ opera e costruzione, alla solenne inaugurazione il 14 marzo 1907.

Contemporaneamente alla istituzione della Confraternita ebbe inizio la processione di visita ai Sepolcri del Giovedì Santo.

Per la verità, dalla lettura di alcuni documenti e verbali della congregazione si evincerebbe che, già prima, della fondazione della Confraternita, questa processione aveva luogo (evidentemente ad iniziativa del precedente sodalizio).

I confratelli partecipano alla processione col tradizionale cappuccio (a capo coperto), con veste di colore bianco e con cingolo viola. L’orario è fissato subito dopo la celebrazione della messa in «Coena Domini ».

Fino a qualche anno fa la processione dei «Giuseppini», ad anni alterni visitava, anche i Sepolcri di Sorrento o di Piano di Sorrento, ma, essendo questa circostanza motivo di… rivalità e… discussioni (che si verificavano a causa delle precedenze) con altre confraternite, per effetto di un decreto della Curia diocesana, il percorso è limitato al comune di S. Agnello e, perciò, la processione visita solamente i Sepolcri cittadini dell’Addolorata, dei Cappuccini e della chiesa parrocchiale.

Anche l’itinerario ha subito delle variazioni, in quanto per la nuova sistemazione delle strade cittadine, per il crearsi di nuovi rioni, agli stretti vicoli, in buona parte, sono stati sostituite vie più larghe. Questo particolare, se ha tolto quella antica e fascinosa suggestione, ha, però, offerta la possibilità di una migliore e più efficace organizzazione.

Questa continuità nella fede e nella devozione, nelle quali anche la Confraternita del SS. Cuore di Maria e di S. Giuseppe offre il suo contributo, è «un’autentica e naturale poesia» alla Passione di Cristo ed alla Pasqua.

La partecipazione dei confratelli e dei fedeli, oltre che del popolo di S. Agnello, nei riti del Giovedì Santo, lascia prevedere la suggestione delle altre processioni del giorno successivo, nel quale per la presenza del Cristo Morto si aggiunge un’ indicibile commozione.

Tratto – per gentile concessione ed autorizzazione dell’autore – da “Le Processioni della Settimana Santa in Penisola Sorrentina” di Nino Cuomo con illustrazioni di Bruno Balsamo.

Il libro – ormai introvabile – è stato pubblicato nel mese di marzo del 1986 per conto dell’ Associazione Studi Storci Sorrentini dalla Società Editrice Napoletana presso “La Buona Stampa S.p.a” di Ercolano.

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