Viaggio tra le Tradizioni Popolari

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Quale territorio può essere più ricco di leggende e segreti legati all’arte se non quello di tre isole la cui stessa nascita è legata al mito, e dove ancora oggi si incontrano nei vicoli anziani depositari di saperi che nessun libro potrà mai riportare?

Feste religiose, processioni, spettacoli pirotecnici e danze particolari, leggende e tradizioni artigianali, da ricercare nei secoli passati e da rivivere nelle tre isole del Golfo in ogni periodo dell’anno, a partire da Procida dove si celebrano feste soprattutto durante il periodo pasquale ad iniziare dal giovedì Santo con la processione degli apostoli incappucciati. La festa è organizzata ogni anno dalla confraternita dei bianchi o del ss. Sacramento, la più antica dell’isola.

Il venerdì, alle prime luci dell’alba, parte da Terra Murata la processione con carri religiosi, statue e con i “paputi” della congrega dei turchini, uomini vestiti di bianco con la mezzetta azzurra e bambini truccati da angeli, con abiti in nero e oro. Grande celebrazione anche per San Michele Patrono dell’Isola e per la Madonna del Carmine. Di quest’ultima sono custodite nell’abbazia di San Michele due statue, rispettivamente del XVII e XIX secolo. Già dal 15 luglio la statua seicentesca viene vestita dalle donne del posto con abiti intessuti di fili d’oro e poi esposta sull’altare per poi essere trasportata dopo due messe celebrate in suo onore, alla chiesa di Santa Maria dei pescatori, dove resta per una settimana prima di far ritorno all’abbazia. Ma tradizione è anche festeggiare due importanti scrittori che hanno immortalato Procida nelle loro pagine: Elsa Morante, con la sua Isola di Arturo a cui è dedicato un concorso letterario che si tiene a settembre per il testo narrativo e poetico più interessante, e De Lamartine, autore di Graziella, celebrato nella Festa della Graziella che si tiene la prima settimana di agosto nell’ambito della Sagra del mare.

In memoria di questo luogo letterario, viene scelta durante la sfilata in costume settecentesco procidano la ragazza più bella, la Graziella dell’anno.

Tra una festa e l’altra non può mancare un giro tra le botteghe caratteristiche di Procida, dalla Corricella, dove si possono trovare ceramiche artigianali dipinte a mano e acquistare le tipiche casette procidane dai colori pastello e tanti soggetti caratteristici dell’isola, alle tante altre botteghe dove, tra l’altro, è possibile assistere alla lavorazione di bomboniere, oggetti per la casa o frequentare uno dei corsi pratici tenuto dalle artigiane.

Ad Ischia Porto il 26 agosto si festeggia sant’Alessandro con una rappresentazione in costumi d’epoca di tutta la storia dell’Isola, accompagnata dagli sbandieratori. Ma Ischia Porto è anche la location del famoso Premio internazionale di giornalismo, Premio Ischia, che ha visto vincitori i nomi più importanti del giornalismo italiano, da Indro Montanelli ad Alberto Bevilacqua.

Ad Ischia Ponte a settembre si festeggia il Santo Patrono Giovanni Giuseppe della Croce con una processione della statua portata via mare, da Ponte a Porto, per poi tornare via terra e concludersi con colorati fuochi d’artificio. Grande tradizione è la più nota festa di Ischia, quella del 26 luglio in onore di sant’Anna, protettrice dei pescatori. Sullo scenario dell’incantevole anfiteatro naturale, davanti al suggestivo Castello Aragonese, i turisti parteciperanno alla caratteristica sfilata di carri costruiti su zattere galleggianti che si conclude con i classici “incendi” del Castello e della Torre di Michelangelo.

Per Casamicciola le leggende partono dal suo stesso nome che la tradizione locale vuole discenda da una matrona romana, “Nizzola”, che non potendo più camminare per i dolori alle gambe guarì completamente dopo averle bagnate nelle acque di un ruscello nei paraggi della sua abitazione. È da allora che questa zona fu chiama “Casa di Zizzola” per poi cominciare ad essere rinomata per le cure termali. Questa tradizione sarebbe avvalorata dallo stemma del comune che raffigura una donna che bagna le gambe in una sorgente. Sempre ai benefici delle acque termali è legata un’altra tradizione. Si dice che nei pressi della sorgente termale del Castiglione, è possibile fare un salutare bagno presso il Bagnitiello, dove si racconta che le acque donino la fertilità alle donne. Culto popolare o verità?… Provare per credere.

Da Casamicciola si passa a “a quel piccolo fungo” di Lacco Ameno, conosciuto in tutto il mondo grazie a Angelo Rizzoli, per ricordare dal 16 al 18 maggio il sacrificio di Santa Restituta. Si narra che la beata di origine cartaginese, non volle abiurare le proprie convinzioni religiose cristiane dinanzi al tiranno Frodino che per questo motivo la condannò ad essere bruciata viva su di una barca sospinta in mare. Per volontà divina, però, scampò al rogo e approdò nella rada di San Montano. A Forio, affacciandosi dallo straordinario belvedere della terrazza antistante la chiesa di santa Maria del Soccorso, è possibile osservare il famoso Raggio verde, un fenomeno ottico dovuto alla fusione degli ultimi raggi di sole del giorno con il colore del mare che secondo la tradizione popolare, dona tanta fortuna a chi ne viene “baciato”. Anche la tradizione della civiltà contadina è molto radicata. Rinomata è la festa del lunedì in Albis: la Corsa dell’Angelo e la ‘ndrezzata, danza popolare, in cui i ballerini vestiti con costumi tipici in bianco, rosso e verde e muniti di “mazzarielli” e spade di legno roteate nell’aria a ritmo di musica popolare.

La danza ha origine dai riti propiziatori dei contadini alla “fertilità” ed è comune anche a Barano dove però si svolge anche il 23 e il 24 giugno nei pressi della chiesa di San Giovanni a Buonopane, anch’essa degna di una visita. Di tutt’altra natura è la “danza lavorativa” detta “u punton”, legata al lavoro comunitario di costruzione delle case isolane, che mima i movimenti e ritmi di quei lavori edili.

…E l’artigianato? Qui l’arte si trova anche nelle piccole cose: vasi dipinti con colori vivaci, cesti di vimini intrecciati a mano, delicati ricami e la più antica arte della ceramica. Sapienti artigiani, depositari delle antiche tecniche di lavorazione, si dedicano all’impasto della creta plasmando gli elementi primordiali che danno vita alle cose: l’acqua, la terra, l’aria. E poi? L’ultimo tocco è dato dal fuoco che contribuisce a produrre oggetti che sembrano immortali e che lasciano estasiati per le stupende decorazioni che richiamano i colori caldi ed ineguagliabili del mare, della terra, e del cielo di Ischia.

Per partecipare dal vivo alla nascita di una di queste creazioni, diverse sono le botteghe storiche da visitare, alcune delle quali hanno anche diversi secoli di storia, offrono anche laboratorio a vista e dove si trova di tutto, da una gamma infinita di brocche alle iconografie sacre realizzate dai “madonnari” del luogo, ai prodotti delle botteghe della Terra del Fuoco, angolo di paradiso a picco su Citara. Anche ad Ischia è viva la tradizione presepiale napoletana come dimostrato dalle tante botteghe, che producono, tra l’altro anche i raffinati abiti per pastori.

Il tour prosegue a Capri. Dal mare si vuole sia arrivato il protettore dell’isola San Costanzo, i cui resti sono custoditi nella basilica a lui dedicata dove ogni anno si espone alla venerazione dei fedeli un antico tabernacolo. Sempre passeggiando tra i vicoli dell’isola si potrà ascoltare dagli antichi capresi il racconto legato allo Spadaro, personaggio divenuto celebre perché il primo a scalare la ripida parete rocciosa di uno dei faraglioni di Capri.

Per conoscere in maniera approfondita la storia e le tradizioni di Capri, si consiglia di indirizzare i turisti verso le librerie dell’isola, ricche di testi antichi o inediti, stampe, litografie e quadri d’epoca.

Capri è rinomata anche per l’antica produzione del profumo. La leggenda ricorda che nel 1380 il padre priore della Certosa di San Giacomo, colto alla sprovvista dalla notizia della venuta a Capri della sovrana Giovanna D’Angiò, in fretta e furia preparò una raccolta dei fiori più belli dell’isola; quei fiori rimasero tre giorni nella stessa acqua ed al momento di buttarli il priore si accorse che l’acqua aveva acquistato una fragranza per lui misteriosa. Rivoltosi al religioso erudito in alchimia, ne fu individuata la provenienza nel “Garofilum Silvestre Caprese”. Fu quell’acqua il primo profumo di Capri.

Infine, si suggeriscono alcune manifestazioni quali: il Capri festival Estate, da maggio a luglio, importante rassegna organistica e di musica da camera che si tiene nella Cattedrale di Santo Stefano, nella chiesa della Certosa di San Giacomo e nel teatro dell’albergo Quisisana, la Rassegna Certosa di Capri nei mesi di luglio e agosto, con spettacoli di teatro. A settembre, nella splendida Certosa si svolgono gli spettacoli musicali e di cabaret nell’ambito di Settembre a Capri. Chiudono le manifestazioni annuali il Premio letterario Curzio Malaparte, uno degli scrittori italiani più indipendenti del XX secolo, e Capri Hollywood, anteprima mondiale di film.

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