Pastori e Presepi Napoletani a Sorrento

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Nella tradizione locale non figurano solo presepi e pastori del settecento, ma esistono anche esempi antichissimi e mille curiosità

– Il primo presepe celebre di Sorrento è del ‘500
– Le pubblicazioni sui pastori e sui presepi napoletani presenti a Sorrento
– Sorrento vanta la presenza di pastori realizzati a partire dal ‘400 in poi
– Un insolito itinerario turistico lungo le strade di Sorrento: sulle orme di pastori e presepi

Il primo presepe celebre di Sorrento è del ‘500

Quando si parla di pastori e di presepi, molti ignorano che Sorrento può vantare una importante tradizione capace di testimoniare una insospettata ed antica sensibilità avvertita in tutta la Penisola Sorrentina per le espressioni tipiche dell’arte presepiale ed ancora più specificamente per l’arte presepiale napoletana.

Eppure, in questo senso, non mancano tracce significative.

Teobaldo Fortunato, ad esempio, (in un articolo intitolato “Il presepe a Napoli – Breve storia di una tradizione secolare”, apparso sul numero speciale che “Campania Felix” – pubblicato a Napoli da Altrastampa Edizioni – ha dedicato ai prodotti tipici della gastronomia natalizia nel presepe napoletano) ha sottolineato che: “Nel 1532, Matteo Mastrogiudice, un aristocratico di Sorrento, si fece ritrarre dallo scultore Domenico Impicciati, tra i pastori di terracotta rifiniti ad olio, dalle ridotte dimensioni, in un presepe dalla struttura compositiva che in brevissimo lasso di tempo divenne comune e ricorrente in tutto il Meridione d’Italia. “… in basso la grotta con angeli e pastori, e in un piano superiore il sacro monte con i pastori, le greggi e qualche angelo in volo, e di lontano il corteo dei Magi. Per tutto il secolo convivranno figure lignee policrome a grandezza naturale e statuine in terracotta, ma di dimensioni più contenute rispetto a quelle quattrocentesche, poco più di tre palmi”.

Purtroppo l’autore sull’argomento non aggiunge altro e, per questo, almeno allo stato attuale, non è possibile stabilire se il presepe del sorrentino Matteo Mastrogiudice sia ancora, almeno in parte, esistente, e – in caso affermativo – dove sia collocato.

Ciò non toglie che si tratta di una notizia particolarmente importante per diverse ragioni.

In primo luogo perché dimostra il fatto che i nobili sorrentini – prima che i saraceni distruggessero la città nel 1558 – erano in grado di competere con l’aristocrazia napoletana tanto per disponibilità finanziaria, quanto per sensibilità artistica.

In secondo luogo, poi, perché attesta la valenza che il presepe sorrentino citato ha avuto per lo sviluppo dell’arte presepiale napoletana e dell’ intero Mezzogiorno.

Per comprendere ancora meglio l’importanza ed il valore dell’opera commissionata da Matteo Mastrogiudice, inoltre, è opportuno ricordare che la realizzazione dei presepi era motivo di vanto per le famiglie più illustri. Queste, proprio grazie alla commissione di pastori e presepi, riuscivano a rendere ulteriormente tangibile la loro valenza e la loro opulenza.

Non a caso – circa cento anni dopo – nel 1658, il Conte di Castrillo – all’epoca Viceré di Napoli – impegnò Michele, Aniello e Donato Perrone per realizzare un presepe arricchito dalla presenza di 192 pastori.

Risulta evidente, quindi, che prima ancora della sua “esplosione” settecentesca, il presepe – ed in particolare il presepe napoletano – era un lusso che potevano permettersi solo le famiglie reali o quelle di facoltosissimi nobili.

Il fatto che un presepe sorrentino del ‘500 sia stato preso ad esempio per l’ intero secolo e per parte di quello successivo, evidentemente, testimonia non solo la smisurata ricchezza del committente, ma anche la bellezza, l’ imponenza e la valenza dell’opera commissionata.

Questo illustre precedente, in ogni caso, deve essere considerato solo come un segnale indicatore.

Le pubblicazioni sui pastori e sui presepi napoletani presenti a Sorrento

Sorrento è ricca di pastori e presepi di varie epoche.

Al punto che, proprio a Sorrento, sia pure in varie sedi, non è difficile trovare pastori realizzati in un considerevole arco di tempo compreso tra il XV ed il XVIII secolo.

L’argomento è così ricco di spunti che non mancano le pubblicazioni ad esso dedicate o gli articoli ad esso ispirati.

Come, ad esempio, l’ormai introvabile “Sorrento e il presepe Napoletano” scritto da Salvatore Cangiani, Pasquale Ferraiuolo, Antonino Fiorentino, Ernesto Gaudiello e Nella Pane Circelli e pubblicato (in sole 1000 copie) nel mese di dicembre del 1990, presso la Tipografia Gutenberg ’72 di Sorrento, a cura del Centro Studi e Ricerche “Bartolommeo Capasso”.

O come “I pastori napoletani del settecento” (scritto da Franco Mancini e pubblicato nel 1993, da Franco di Mauro Editore) che a dispetto del titolo, si concentra sì sulla produzione napoletana, ma di fatto, si concentra su alcuni esemplari (oltre 60) presenti a Sorrento e sicuramente degni d’attenzione.

O, ancora, come “Il presepe della Basilica di Sant’Antonino a Sorrento” (scritto da Pasquale Ferraiuolo – a cura del compianto ex Rettore della stessa Basilica, Gaetano Jaccarino – arricchito con le fotografie di Nicola Longobardi e Antonio Iovine e con quelle d’archivio di Lino Fattorusso – e pubblicato a Napoli nel 1990 da Nicola Longobardi Editore).

O, infine, come i “saggi” scritti da Franco Mancini (“Il presepe a Sorrento” – apparso sul numero 8 della rivista “La Terra delle Sirene” – bollettino del Centro di Studi e Ricerche Bartolommeo Capasso di Sorrento, stampata presso la Tipografia Eurograph di Sorrento nel mese di dicembre del 1993), da Antonino Lembro (“Il presepe della Chiesa di Sant’Antonino” – apparso sul numero 10 della rivista “La Terra delle Sirene” – bollettino del Centro di Studi e Ricerche Bartolommeo Capasso di Sorrento, stampata presso la Tipografia Eurograph di Sorrento nel mese di dicembre del 1994).

Sorrento vanta la presenza di pastori realizzati a partire dal ‘400 in poi

Di fatto gli esempi presi in considerazione spaziano in un repertorio che – come già evidenziato – parte dal XV secolo per arrivare ai giorni nostri e vede interessate innanzitutto le principali chiese di Sorrento.

Basti ricordare, in questa sede, che presso la Chiesa dei “Servi di Maria” che ospita diverse Confraternite ed Arciconfraternite (oltre, appunto, a quella dei “Servi di Maria”, anche quella della “Morte ed orazione”, di “San Catello”) e che custodisce, tra l’altro, due rarissimi esemplari di pastori del 1400 (di dimensioni ridotte e realizzati in legno scolpito e dorato) raffiguranti San Giuseppe e la Madonna.

In effetti i casi da prendere in considerazione sono moltissimi. Il presepe custodito presso la Basilica di Sant’Antonino, ad esempio, è anche conosciuto come il “piccolo Sammartino” e malgrado il fatto che sia stato privato dei suoi pastori originari (tutti realizzati da grandi maestri dell’arte presepiale napoletana del ‘700) – per effetto di un furto risalente al periodo immediatamente successivo al terremoto del 1980, conserva immutata la sua bellezza ed il suo valore. Ciò grazie al fatto che conserva l’intero presepe donato da Saltovar (Silvio Salvatore Gargiulo) nel secondo dopoguerra, venendo ripopolato grazie a generose donazioni che hanno quasi completamente colmato le lacune venutesi a determinare per effetto del furto.

Pastori e presepi più o meno antichi, più o meno importanti, in ogni caso, sono presenti anche in altre Chiese. E non poteva mancare un cospicuo repertorio di pastori presso quel Museo Correale che – anche per questo – conferma la sua tradizione di scrigno di magnifiche collezioni d’ogni genere.

I pastori ed i presepi delle Chiese e del Museo Correale, comunque, non sono i soli a meritare interesse, dal momento che esistono anche interessantissime, ma purtroppo anonime collezioni private.

Il repertorio da prendere in considerazione è vastissimo.

Franco Mancino, per esempio, – sempre nel libro “I pastori napoletani del settecento” – ha inventariato e catalogato oltre 60 pastori “griffati” (tra gli altri da Lorenzo Mosca, Giuseppe Sammartino, Nicola Somma, Salvatore Franco, Francesco Viva, Giovan Battista Polidoro, Angelo Viva, Saverio Vassallo, Francesco Gallo, Nicola Vassallo, Camillo Celebrano, Domenico Antonio Vaccaio, Felice Bottiglieri, Giuseppe De Luca, Matteo Bottiglieri, Francesco Cappiello, Michele Trillocco). Ciò non toglie che si tratta di un repertorio minimo rispetto al patrimonio ben più ricco di cui Sorrento dispone e che con, ogni probabilità, comprende anche molti altri preziosissimi pezzi d’autore.

Un insolito itinerario turistico lungo le strade di Sorrento: sulle orme di pastori e presepi

Gli amanti e gli esperti dei presepi e dei pastori napoletani, possono provare vero piacere nell’ammirare anche solo i singoli pezzi, ma Sorrento, durante le vacanze di Natale, si trasforma in una sorta di “miniera di presepi e di pastori”, magari non tutti antichissimi o d’autore, eppure capaci di destare l’attenzione di qualsiasi visitatore.

Alle tradizioni antiche si aggiungono, poi, quelle più recenti – ma non per questo meno degne di interesse – che vedono come protagonisti anche privati.

Anche per questo, chi lo desideri, può prendere in considerazione addirittura un itinerario presepiale che – senza creare priorità in termini di importanza, o di bellezza, o di valenza storico – artistica – non può prescindere dalla visita delle seguenti opere:

– Presepe allestito presso il Chiostro adiacente la Chiesa del Carmine (in Piazza Tasso);
– Presepe permanente allestito presso la Basilica di Sant’Antonino (nell’omonima Piazza);
– Presepe allestito presso la Chiesa di San Francesco (Piazza Francesco Saverio Gargiulo);
– Presepe allestito presso il Sedil Dominova (all’incrocio tra Via San Cesareo e Via Padre Reginaldo Giuliani);
– Presepe allestito presso la Chiesa di San Felice e Baccolo (Via Tasso);
– Presepe permanente allestito presso la Chiesa Cattedrale (Corso Italia);
– Presepe permanente allestito presso la Chiesa dei Servi di Maria – detta anche “Congregazionella” (Via Sersale);
– Presepe permanente allestito presso la Chiesa dell’Annunziata (Via Fuoro);
– Presepe allestito presso il Cuomo’s Lucky Store (Piazza Antiche Mura);
– Pastori del Museo Correale.

Seguendo questo itinerario, inoltre, è possibile dedicarsi anche alla visita di alcune botteghe artistiche – quella di Marcello Aversa a Via Sersale e quella di Elisabetta Surico a Via Padre Reginaldo Giuliani) che producono pastori che non hanno nulla da invidiare a quelli che escono dalle botteghe napoletane di San Gregorio Armeno.

Non è inopportuno, infine, ricordare che Sorrento vanta una folta schiera di esperti – alcuni dei quali, purtroppo, scomparsi – specializzati in costruzione di presepi di varia fattura e in restauri di pastori.

Al punto che l’ormai trentennale concorso de “Il presepe Oggi”, promossa dal Centro di Studi e Ricerche Multimediali “Bartolommeo Capasso” dalla Sezione “Amici del Presepio” di Sorrento (con la collaborazione della Famiglia Francescana di Sorrento, dell’Unione Artigiani Intarsio Sorrentino, dell’ Associazione F.I.D.A.P.A. Penisola Sorrentina e dell’ Associazione A.T.S. (Arti -Turismo -Sport) risulta essere caratterizzata da competizioni che non hanno paragoni.

E a testimoniare una passione diffusa, – non solo per pastori e presepi, ma più in generale per tutto ciò che riguarda il mondo del Natale –, concorrono anche altre iniziative che, soprattutto in passato, hanno riscosso grande successo. Come il concorso “Il Natale e le sue tradizioni”.

Chi volesse continuare a seguire un itinerario presepiale anche in altre località della Penisola Sorrentina può visitare, a Piano di Sorrento:

Il presepe allestito presso la Chiesa di Santa Margherita (Via Santa Margherita – alle spalle di Piazza Cota)
Il presepe allestito presso la Basilica della Santissima Trinità
Il presepe allestito presso l’ Oratorio San Nicola

Da non perdere, inoltre, è il Presepe Vivente di Torca, a Massa Lubrense, anche se, prima di decidere di visitarlo, è opportuno informarsi preventivamente sulle date in cui esso è disponibile al pubblico.

Fabrizio Guastafierro

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