Il Presepe della Chiesa dei Servi di Maria

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Tra i pastori da vedere, figurano due esemplari del quattrocento ed una quarantina di pastori di epoca compresa tra il seicento ed il settecento

Tra le Chiese di Sorrento che conservano pastori di grande importanza storica ed artistica, un posto di riguardo spetta sicuramente alla Chiesa dei Servi di Maria, anche chiamata affettuosamente dagli abitanti del posto: “Congregazionella”.

Proprio in questa Chiesa, infatti, – il giovedì ed il sabato dalle 17,00 alle 20,30 e la domenica dalle 8,00 alle 12,00 – si possono ammirare numerosi pezzi considerati quasi “unici”. Come ad esempio, due piccole statue di legno della Madonna e di S. Giuseppe, che G. Borrelli, nel suo “Presepe Napoletano” dichiara essere “unico esempio di primissimi pastori che incominciarono ad apparire nelle chiese ed oratori del Napoletano verso la fìne del 1400”.

Di fatto, queste due statuine – dorate con oro zecchino e poi dipinte a mano – non solo risultano essere rarissime, ma rappresentano un segno evidente del fatto che prima della sua “maturità” settecentesca, il presepe – ed in particolare il presepe napoletano – rappresentava un espressione di un lusso che potevano concedersi solo famiglie di alto lignaggio o quelle di facoltosissimi nobili.

E non solo, sempre le stesse statuine, della Madonna e di San Giuseppe – che si custodiscono, per l’appunto nella Chiesa dei Servi di Maria di Sorrento – possono essere considerate come un esempio unico dei pastori in legno che, verso la fine del 1400, iniziarono apparire non solo nelle Chiese e negli Oratori del Napoletano, ma anche nelle abitazioni delle più importanti famiglie aristocratiche. Esse rappresentano una sorta di ideale anello di congiunzione tra i pastori di grandi dimensioni delle epoche precedenti e quelli destinati a divenire celebri in epoca settecentesca.

Per quanto superlativi, in ogni caso, i due pastori quattrocenteschi rappresentano solo una parte dei magnifici esemplari dell’arte presepiale napoletana che si possono ammirare in questa Chiesa.

In una piccola cappella che si trova a sinistra dell’Altare Maggiore della Chiesa dei Servi di Maria, è conservato un magnifico Presepe stabile di piccole dimensioni.

Esso è composto di una quarantina di pastori del 1600, (epoca questa dalla quale deriva il loro appellativo di “seicentoni”). La particolarità di questi esemplari, è costituita dal fatto che essi sono un po’ più alti di quelli che hanno caratterizzato la scuola presepiale settecentesca (oltre 40 cm.), e sono relativamente più tozzi nelle forme e nell’espressione del volto.

Oltre ad essere più antichi degli esemplari che hanno reso famosi i maestri del ‘700, specializzati nella produzione di pastori napoletani le figure custodite nella Chiesa Sorrentina sono in perfetto stato di conservazione e si presentano ancora in bellissimi costumi dell’epoca.

Solo la Madonna, il S. Giuseppe e i due Angeli in volo sono posteriori di un secolo rispetto agli altri.

A rendere particolare la scena della Natività, in ogni caso, è il fatto che essa è allestita attorno ai ruderi di un tempio di stile orientale (realizzato utilizzando legno di cipresso).

Rimanendo sul tema della Nascita di Gesù, inoltre, c’è da rilevare che la Chiesa dei Servi di Maria possiede altri due pezzi di notevolissima importanza: una tela di F. De Mura (1698 – 1784) – raffigurante, per l’appunto “La Natività” – ed un meraviglioso Gesù Bambino di terracotta che si trova disteso in una culla di argento. Quest’ultimo viene considerata come un’opera unica e capace di distinguersi tanto per la delicatezza della forma quanto per quella del cesello.

A proposito della Chiesa dei Servi di Maria – che, in ogni caso, merita di essere visitata per la presenza di molte opere del pittore Carlo Amalfi e di altri artisti, per la meravigliosa statua lignea del Cristo Morto che viene portata in processione in occasione del Venerdì Santo, oltre che per una stupenda collezione di argenti e paramenti sacri – c’è da registrare l’esistenza di antichi racconti che riguardano proprio la festa del Natale.

Ancora oggi, infatti, esiste lo scritto di una nobildonna inglese in visita a Sorrento intorno alla metà dell’ottocento.

In questo scritto è descritta una suggestiva funzione, di cui, purtroppo, si è persa la tradizione.

Proprio in epoca ottocentesca, infatti, c’era l’abitudine di scegliere per la funzione della mezzanotte uno dei più bei bambini del popolo. A questo veniva affidato il compito di impersonare Gesù Bambino e veniva, dunque, solennemente esposto al pubblico. A rendere ancora più particolare la tradizione concorreva il fatto che dei vari bambini prescelti di anno in anno si prendeva cura una suora, incaricata proprio dall’Arciconfraternita dei Servi di Maria di accudirlo e di interessarsi ad ogni sua necessità.

Fabrizio Guastafierro

[Photo Credit]